Sono
ad Ischia da un giorno, presso la Casa della Vela. Alcuni amici venuti il mese
scorso me ne hanno parlato un gran bene. In effetti, le camere sono confortevoli,
luminosissime e panoramiche, la prima colazione, fatta di prodotti preparati al
momento, squisita. Il valore aggiunto però è il nuovo staff, assai giovane, che presta particolare attenzione
all’accoglienza, all’assistenza e alla socialità.
L’albergo
sorge in località Casamicciola Terme, è immerso in un limoneto e domina
l’antico borgo di pescatori, con l’estesa area pedonale, i negozi, i bar e i
ristorantini. È l’ideale per una vacanza all’insegna del benessere e del relax e per muovere alla scoperta dei
tesori dell’Isola, spesso poco conosciuti.
Oggi,
10 giugno, il tempo non è un granché. Le previsioni non erano favorevoli, ma è
noto quanto io sia ostinato. Che fare? Mi rivolgerò allo staff che saprà senz’altro aiutarmi ad elaborare il piano B. Tania mi
consiglia di rilassarmi alle Terme (l’Isola, fin dall’antichità è nota per le
sorgenti termali) e, a seguire, di visitare il museo di Pithecusae, ove è
custodita la celebre coppa di Nestore. Affare fatto! Per le Terme ho 2 opzioni:
quelle del Castiglione, più care ma con un percorso parzialmente al coperto, e
quelle denominate “O’ Vagnitiello”, meno estese, più economiche, ma all’aperto.
Opto, per ovvi motivi, per le prime.
Ischia
Casa della Vela ha stipulato con le Terme una convenzione molto interessante. Distano
meno di un Km e, profittando dell’insperata schiarita, provo a raggiungerle a
piedi.
Al
loro cospetto mi rendo conto che definirle Terme è riduttivo. Più corretto
definirle Parco termale: 10 piscine con temperature comprese fra i 30 e i 40
gradi, diversi idro-massaggi, sauna, bagno turco, 2 percorsi Kneipp, pontile
privato per esposizione ai raggi solari con accesso ad area di balneazione
dedicata. Il tutto immerso in una viva e variopinta vegetazione.
Alle
Terme inoltre è possibile effettuare cure termali e trattamenti benessere. Io,
almeno per oggi, intendo concentrarmi sulle oltre 10 vasche e tutt’al più fare
un tuffo nello specchio d’acqua antistante il complesso.
Il
percorso termale è quanto di più rigenerante esista, ma mette appetito. Decido
di consumare un pasto frugale (un’insalata) per potermi immergere di nuovo,
stavolta in mare. L’acqua sarà un po’ fredda ma ormai ho fatto l’abitudine.
Sono
quasi le 17,00 e per oggi, alle Terme, può bastare. Come da programma, mi
dirigo verso il Museo di Pithecusae. Dista circa 3 Km ed è raggiungibile con
l’autobus, linee 1 e CS, piuttosto frequenti.
Il Museo sorge in una magnifica villa
settecentesca, villa Arbusto, nel Comune di Lacco Ameno, e al suo interno è
possibile ammirare (tra l’altro) i reperti provenienti dal più antico
insediamento greco nel Mediterraneo occidentale, il
cui scavo ha messo in discussione le precedenti conoscenze sull'inizio della presenza
greca nell'Italia meridionale.
Ospita
altre due collezioni (preistorica e di età romana) ma il fiore all’occhiello è
la preziosa testimonianza del periodo ellenistico: la coppa di Nestore.
Proveniente
dall’isola di Rodi, reca un’iscrizione che fa riferimento alla omonima coppa
descritta nell'Iliade.
A
renderla unica è il linguaggio dell’iscrizione, coevo alla composizione stessa del
poema epico tradizionalmente attribuito ad Omero.
La
traduzione del testo è la seguente: "Di Nestore...la coppa buona a bersi.
Ma chi beva da questa coppa, subito quello sarà preso dal desiderio d'amore per
Afrodite dalla bella corona" (per approfondimenti http://www.pithecusae.it).
Al
termine della visita, mi incammino verso l’albergo con la consapevolezza che
Ischia è un’isola unica, che non finisce mai di stupire. Oltre al mare, alle sorgenti
termali, offre al visitatore la possibilità di sognare ad occhi aperti, di montare
sulla macchina del tempo ed immergersi nella vita quotidiana di antiche
civiltà.
Sono
entusiasta, ma esausto: non vedo l’ora di raggiungere la terrazza di Ischia Casa
della Vela dove avrò la possibilità di godermi il fresco, il panorama e di
dissetarmi con un must: la spremuta
di limoni di Rosetta.
Dopo
un po’ mi raggiungono Emanuela e Nataliya per comunicarmi con la consueta
affabilità che, se lo desidero, posso anche cenare in albergo, precisamente in
terrazza. Il menu prevede spaghetti con sugo di polpi (pescati qualche ora
prima), polpi affogati e tagliata di frutta. Il tutto innaffiato con bianco
dell’Epomeo.
Con
una quota veramente modesta mi aggrego al gruppo perché è superfluo aggiungere
che la proposta è stata accolta favorevolmente anche dagli altri ospiti. Avrò
così la possibilità di conoscerli e terminare la giornata con quegli istanti di
socialità che confermano la vocazione di Ischia Casa della Vela per le
relazioni umane.